29 marzo 2021

Giuliano Mazzariol, Musestre

 Intervista telefonica, domenica 28 marzo 2021, File 21032801

Il sig. Mazzariol mi è stato segnalato da Renzo Bassi, come persona appassionata del gioco della borella e che fino a una ventina d’anni fa, o forse qualcosa di più, frequentava ‘na borea privata, in mezzo ai campi poco lontano da Quarto d’Altino, sotto un barco di proprietà di Giorgio Zanotto. 

Mazzariol conosce inoltre un gruppo di sette-otto amici che tuttora si ritrovano privatamente a giocare a borella nei campi di uno di loro, a Conscio di Casale sul Sile. 

Causa le restrizioni di movimento dovute alle misure di contrasto al Covid non sono riuscito finora a incontrare di persona né il sig. Mazzariol, né il sig. Zanotto, né i liberi giocatori di Conscío.

Mazzariol ha dimostrato anche di essere particolarmente ferrato nei legni utilizzati per la costruzione di bae e sóni, argomento che mi sta particolarmente a cuore.


«… I sóni : sicuramente quelli forti, che li battono da tutte le parti e non si spaccano, sono fatti con legno de partìa ; cioè con legno ottenuto da un tronco tagliato a metà,  escludendo il midollo centrale (“non lasciando la medoƚa al centro del tronco”). Quella metà la si può tornire, girare torno torno fino ad ottenere sóni resistenti perché, non  avendo più la medoƚa è sparito il punto di rottura.

- E con quello venivano fatti i sóni.

Se voleva che resistessero tanto li faceva così; se non erano fatti con legno de partía tendevano a spaccarsi.

- Sempre con legno di ópio. E anche le bae erano erano di ópio?

Sì, sempre di ópio [acero campestre] … dopo magari per i sóni, se si facevano con legno de partía, andava bene anche a gasía [l’acacia] … anche l’olmo è abbastanza adatto e resistente.

01:03 Però e bae, che sappia io, le migliori, le più resistenti erano quelle di ópio.

- Ottenute da tutto il tronco?

Sì vanno fatte sul tronco intero perché l’ópio ha già, nasce proprio lui, di per sé con tutti groppi, fa già un “senso di partía” , con tutti i groppi che ha.

- Ma chi le faceva e bae? Ci voleva un tornio...

Eh ben sì, per forza.

- Le sue, personalmente … suo amico Zanotto aveva un tornio?

Si parla di trent’anni fa; non so se me le abbia fatte lui o se le abbia fatte fare, perché una volta c’erano tanti tornitori, c’erano tanti appassionati di borella. 

Dopo c’erano le varie misure: partivano da 12, 14, 16, 20, 22 [centimetri di diametro]; dipendeva dalla mano, se riusciva a tenere una baƚa più grossa, non come le bocce che erano tutte uguali.

- Sì ...  ma non oltre ventidue centimetri!

02:03 Eh, c’erano di quelli che avevano bae che te gavéi paura; c’erano di quegli omenàti [omaccioni] che avevano una mano! A me dicevano che avevo la mano grande, ma quando giocavo con certi omenati ciapéa paura.

Ce n’erano sì di diametro maggiore di 22 cm, di sicuro. Se lei parla con Zanotto che le ha fatte, lo sa.

- Mi ha detto robe molto interessanti e soprattutto riguardo al legno di ópio, perché uno di San Biagio mi diceva… ópio sì, ma perché le bocce non si spaccassero bisognava che fosse sóca de ópio, allora era tutto ben intorcolato.

Mah, diceva sóca perché non aveva mai visto un’ópio grosso più di 30 cm di diametro, allora diceva sóca

Naturalmente l’ópio è lungo tre metri, due, quattro. Io avevo la fortuna che [i miei] erano lunghi tre metri, due metri e mezzo, tre … e dopo quando facevi la baƚa facevi i venti centimetri dove vedevi che lui là “si era arrabbiato” e aveva più groppi… perché magari c’era un tratto che aveva groppi lo stesso ma  […], lo prendevi dov’era "più brutto": più groppi c’erano e più “cattivo” era e meno si spaccava.

- Lei lo tagliava e lo metteva a seccare sotto una òbia? [1]

Lo si tagliava in bon de luna [luna calante] e dopo lo lasciavo seccare un anno-due e dopo ne tagliavi tre-quattro pezzi, li mettevi nel tornio e facevi le bocce…

- Quindi il principale legno della boccia di borella è l’opio.

03:36 Sul mio piccolo qua, che abito a Musestre si conosce l’ópio , perché mi dicono “portami l’ópio che è il migliore da fare”… dopo se magari a Merlengo o in altra parte usano le loro acacie particolari o altra roba questo non lo so.

- Anch’io ho sentito quasi sempre ópio, solo che questo signore mi diceva non solo di ópio ma di radice , di sóca di ópio

No, no. Può darsi che abbia trovato una radice, ma trovare una radice da 20 cm di ópio… secondo me è inferiore del fusto […] che sia dura, sicuramente, non si discute…

04:15 Però le bocce che io ho fatto con il fusto dell'ópio , hanno trent’anni, le ho adoperate anche abbastanza e devono ancora rompersi e dureranno altri trenta! Forse non le trovo neanche più, però, perché è da tanto che non le uso.

Forse avevo anche i birilli, se mi capita di guardare, una volta. Avevo recuperato della roba vecchia perché volevo fare anch’io una borella a casa mia … dopo sono passati gli anni, è passato il tempo e non si è più fatta.

- Per "birilli" intende i sóni …

I sóni.

- Allora, ricapitolando: le due "borelle private" che lei ha frequentato … una era in attività fino a poco fa ed era da Zanotto a Quarto d’Altino.

Zanotto è tanti anni che ha smesso … ce n’è ancora una a Conscio, ma sono in sette-otto solo che l’hanno tenuta in piedi, non che sia come da Zanotto dove c’erano anche trenta persone alla sera. [...]

- Ah, proprio si trovavano...

Era come un club là, giocavano e in palio c’era la bottiglia.

05:23 Aveva una specie di baretto: c’era chi andava là beveva le sue onbre, pagava, guardava e giocava [...]».

***

[1] Òbia (o lòbia), costruzione in legno o muratura, spesso con fienile soprastante, aperta anteriormente per deposito e ricovero attrezzi agricoli.

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